I vertici di Tenaris Dalmine hanno ufficializzato ai sindacati, nell'incontro svoltosi mercoledì 25 febbraio, 402 esuberi, fra operai ed impiegati, presso lo stesso sito produttivo dalminese. Il ridimensionamento degli organici non riguarderà, dunque, gli altri stabilimenti della Bergamasca e del Milanese ma, se i numeri alla fine resteranno immutati, colpirà pesantemente la storica sede orobica dove gli addetti sono, attualmente, 1.128 e i "colletti bianchi" 731. "Ci è stato spiegato - ha detto al termine il segretario provinciale della Uilm, Angelo Nozza, presente alla discussione insieme ai colleghi di Fim Cisl e Fiom Cgil - che le difficoltà non sono interne all'azienda ma derivano dagli effetti del precipitoso calo del prezzo del petrolio e, quindi, dalle ricadute che tale fenomeno sta avendo sulle forniture alle imprese statunitensi che operano nel settore". I problemi, secondo Tenaris, non sarebbero né transitori né passeggeri: si stima che un ritorno a livelli sostenibili per la produzione potrebbe richiedere anche 100 settimane. Degli esuberi annunciati, 222 riguardano gli operai (66 sono quelli pensionabili) e 184 impiegati (32 i pensionabili).