A valle dei primi incontri di trattativa (5 novembre, 4 dicembre, 22 dicembre 2015 e 21 gennaio 2016) lo stato della trattativa per il rinnovo del CCNL dell’industria metalmeccanica e dell’installazione di impianti non può che definirsi preoccupante per chi, come noi della Uilm, ha ritenuto e ritiene una buona pratica il rinnovo dei contratti alla naturale scadenza.
La presentazione nella sessione del 22 dicembre di un documento da parte di Federmeccanica e Assistal, che pur contiene aperture interessanti su taluni importanti elementi contrattuali, ha posto sul negoziato quale elemento dirimente l’aspetto salariale, non solo e non tanto sotto il profilo delle quantità, ma soprattutto sotto il profilo dell’impostazione politica.
Si tratta di un nodo non aggirabile del negoziato per stessa definizione della Controparte, in sostanza Federmeccanica e Assistal hanno proposto di modificare radicalmente (in questo senso è appropriata la parola “rinnovamento” da loro adottata) il tradizionale assetto retributivo della contrattazione nazionale:
a decorrere dal 2017, in quanto per il 2016 non ci sarebbero aumenti per recuperare – sostengono “almeno in parte” – lo scostamento tra inflazione prevista e quella consuntivata relative alla precedente vigenza contrattuale, gli incrementi dei minimi tabellari, infatti, calcolati sempre con riferimento all’”IPCA depurato” andrebbero solo a coloro che non hanno alcuna voce retributiva a carattere collettiva o individuale aggiuntiva al minimo contrattuale: persino aver maturato uno o più “scatti di anzianità” previsti dal CCNL escluderebbero il singolo lavoratore dal percepire l’aumento contrattuale;
di fatto, anche se dal punto di vista tecnico giuridico non si può parlare di “assorbimento”, il meccanismo proposto dalla Controparte avrebbe gli stessi effetti di una clausola di “assorbibilità generalizzata”, che impatterebbe gli scatti, premi mensilizzati o comunque fissi, Edr e “terzi elementi”, superminimi collettivi, ma anche i superminimi individuale anche laddove questi fossero esplicitamente definiti “non assorbibili”,
per completezza va aggiunto che le voci retributive più strettamente connesse alla prestazione, quali Pdr, straordinari e maggiorazioni per lavoro notturno, invece non escluderebbero dal beneficio dell’incremento dei minimi contrattuali. L’incremento dei minimi contrattuali quindi verrebbe percepito da un’esigua minoranza di dipendenti, stimata tra il 3 e il 5% degli addetti. A questa impostazione sul piano retributivo, Federmeccanica e Assistal aggiungono una serie di disponibilità anche importanti in materia di:
Contrattazione aziendale: propongono di eliminare l’”elemento perequativo” previsto nel CCNL e pari 485 euro annui, “spalmandolo virtualmente” sui minimi contrattuali che crescerebbero (ma secondo le modalità di cui ai punti precedenti) nel 2017 di 37,31 euro mensili;
le imprese prive di contrattazione dovrebbero comunque prevedere un’erogazione di 260 euro annui, anche in modo unilaterale, a favore dei dipendenti.
Inquadramento: viene proposto di ridefinire le declaratorie ed eventualmente eliminare profili professionali obsoleti, valutare polivalenza e polifunzionalità, valutare se esistono figure di operaio da inquadrare in livelli superiori al 5S, ridefinire l’inserimento in azienda e la mobilità professionale. Propongono inoltre la sostituzione degli scatti di anzianità con un non meglio precisato “elemento di professionalità”.
Assistenza sanitaria integrativa e previdenza complementare: per l’assistenza sanitaria integrativa propongono di porre a carico delle imprese anche la quota che con métaSalute oggi è a carico del dipendente (3 euro) e per quanto riguarda la previdenza complementare l’incremento del contributo aziendale al 2% anche senza il corrispondente incremento a carico del lavoratore.
Formazione e diritto allo studio: la Controparte propone di riconoscere 24 ore per triennio a ciascun dipendente per la formazione continua, di definire programmi di riqualificazione in caso di ricorso agli ammortizzatori sociali e di rimodernare, anche alla luce dei cambiamenti sociali e dell’istruzione il diritto allo studio.
Orario di lavoro: dichiarano una disponibilità a allungare i termini di accantonamento nella banca ore di straordinari permessi e ferie per una fruizione da parte del dipendente in prossimità del pensionamento, ma chiedono la maturazione dei PAR in base alla presenza, di poter monetizzare i 5 PAR annui a disposizione dell’azienda e il computo dello straordinario al superamento delle 40 ore settimanali.
Diritti di informazione e partecipazione. Dichiarano una disponibilità a ridefinire e a razionalizzare il sistema previsto dal CCNL, ma in tema di effettiva partecipazione restano sul vago.
Salute e sicurezza. Propongono di organizzare in materia di sicurezza una evento annuale a livello nazionale.
Relazioni sindacali. Propongono il recepimento del “Testo unico” del 10 gennaio 2014
Appalti. Nel documento consegnato Federmeccanica e Assistal propongono di rivedere la norma contrattuale che limita il ricorso agli appalti in casodi attività ordinaria dell'impresa.
Trasferta e reperibilità. Viene datala disponibilità a rivedere i trattamenti di trasferta e di reperibilità a decorrere dal 2017.
Trasferimenti. Viene proposto di rivedere la norma contrattuale, in particolare definendo il concetto di comprensorio. Da questa breve disamina delle posizioni fornite per iscritto dalla Controparte e che possono essere approfondite leggendo direttamente il testo, si comprende come nella proposta complessiva vi siano:
un nodo di carattere politico, relativo all'impostazione data sulla platea di coloro che dovrebbero percepire gli aumenti contrattuali;
una serie di questioni di merito che vanno da aspetti sicuramente positivi come quelli relativi all'assistenza sanitaria integrativa e alla previdenza complementare, a tematiche interessanti ma comunque da approfondire come la formazione e l'inquadramento, ad altri su cui occorre essere più coraggiosi come quelli relativi alla partecipazione e alla contrattazione aziendale, ad altri infine che sono più ostici da affrontare come quelli relativi alla gestione degli orari e dello straordinario.
In questo difficile quadro, anche il contesto esterno fornisce segnali contraddittori, con negoziati conclusi che dimostrano che rinnovare i contratti nazionale è utile e possibile, e difficoltà in altri negoziati del settore industriale ma anche del terziario e nel pubblico impiego. Certamente, la proposta unitaria per la riforma delle relazioni industriali aiuta il nostro negoziato, perché smentisce l'idea che si sta tentando di far passare di un Sindacalismo Confederale incapace di proporre innovazioni, ma non deve fornire alibi alle Controparti per sottrarsi o dilatare il negoziato perché il rinnovo del Ccnl dell'industria metalmeccanica e dell'installazione di impianti è giusto e utile ai lavoratori, alle imprese e al Paese. Nell’incontro odierno, pur sapendo che l’impostazione politica della Controparte in materia di aumenti contrattuali resta un elemento di forte contrasto, si è deciso di utilizzare la riunione del 28 gennaio per pianificare i necessari approfondimenti sulle altre tematiche oggetto del negoziato che si svolgeranno in sede tecnica nel corso del mese di febbraio, per poi riconvocarsi in trattativa plenaria con una visione completa delle reciproche posizioni e proposte.