Si rinnova mercoledì 18 novembre, alla Casa del Giovane di via Gavazzeni a Bergamo, l’annuale appuntamento della Uilm orobica con le scolaresche del territorio. L’obiettivo dell’iniziativa, che prosegue con successo da diversi anni, è di aprire un dialogo con i “lavoratori di domani” tanto più importante quanto più lo scenario nel quale gli studenti di oggi saranno chiamati a muoversi appare contrassegnato da incertezze e difficoltà. Per questo la scelta del tema dell’edizione 2015 del convegno dell’organizzazione di categoria dei metalmeccanici della Uil è caduta sul titolo: “Il diritto di… pensare in grande”. Protagonisti dell’evento saranno i ragazzi delle classi quarte dell’Itis “Paleocapa”: 280 giovani che potranno confrontarsi, tra gli altri, con l’imprenditore Michele Mazzucconi, amministratore delegato dell’omonimo Gruppo industriale, e Andrea Biffi, artefice, a metà degli anni Novanta, del “sogno impossibile” di trasformare il villaggio industriale di Crespi d’Adda in luogo Patrimonio dell’Umanità Unesco. “Con questa iniziativa – spiega il segretario provinciale della Uilm, Angelo Nozza, che farà gli onori di casa insieme al dirigente scolastico del “Paleocapa”, Imerio Chiappa – intendiamo portare avanti il confronto costruttivo avviato da tempo dentro le istituzioni scolastiche bergamasche. Ai giovani vogliamo dire che non tutto è pessimismo, difficoltà, sconfitta. Non vendiamo illusioni ma, attraverso le voci di protagonisti del mondo del lavoro e dell’impresa, diremo che coltivare le proprie aspirazioni e mettere a frutto le proprie capacità non solo è possibile, ma necessario!”. Al termine della mattinata – il convegno si svolgerà dalle 9 alle 12.30 – la Uilm di Bergamo consegnerà due borse di studio di 500 euro ciascuna ad altrettanti alunni meritevoli segnalati dall’istituto tecnico. Chiuderà i lavori, che saranno coordinati dal giornalista Antonello Di Mario, direttore di “Fabbrica Società”, il segretario nazionale della Uilm, Rocco Palombella.
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METALMECCANICI, IL BUON CONTRATTO SECONDO LA UILM
Pubblichiamo il testo dell’articolo d’apertura di “Fabbrica Società”, il giornale della Uilm on line giovedì 12 novembre 2015
di Rocco Palombella
Segretario nazionale Uilm
Un avvio positivo. Così può riassumersi il giudizio sull’incontro tra Federmeccanica, Assistal e noi il 5 novembre nella sede di Confindustria a Roma. A quel tavolo abbiamo esposto sinteticamente il contenuto della piattaforma contrattuale di Uilm e Fim; ascoltato gli elementi della piattaforma diversa dei metalmeccanici della Cgil; udito la posizione degli imprenditori metalmeccanici. Dopo il primo incontro seguirà il secondo ed il 4 dicembre ci ritroveremo nello stesso luogo e al medesimo tavolo per avviare un confronto serrato tra le parti e per entrare nel merito delle questioni. Ma procediamo per ordine.
I NUMERI
Ho definito giusto ciò che è alla base delle nostre richieste: un salario di 105 euro lordi medi mensili nel triennio; una profonda rivisitazione dell’inquadramento professionale; poi, formazione professionale come diritto soggettivo dei lavoratori, welfare integrativo e diritti di partecipazione. Insomma, una piattaforma ambiziosa per un contratto nazionale.
LA POSIZIONE DI FIM E FIOM
Marco Bentivogli della Fim ha fatto altrettanto. E mi ha colpito la esposizione compiuta da Maurizio Landini: una conferma del fatto, a parte alcune formulazioni ancora di parte, che tra la nostra e quella della Fiom, non ci sono differenze abissali, ma molteplici punti di contatto. Insomma, al di là delle differenze ovviamente presenti fra queste due piattaforme, la vera distanza è quella che separa le rivendicazioni sindacali dall’impostazione di Federmeccanica. Infatti, anche se con modalità diverse, sia Fim e Uilm, sia la Fiom, attribuiscono al contratto nazionale la funzione di distribuire degli aumenti salariali all’insieme dei lavoratori della categoria.
COSA PENSA FEDERMECCANICA
E’ Federmeccanica a pensarla diversamente. Secondo Fabio Storchi, presidente della federazione degli imprenditori metalmeccanici, il contratto nazionale dovrebbe solo avere un ruolo regolatorio e di garanzia, cioè fissare i minimi retributivi, mentre gli aumenti veri e propri, se ci sarà ricchezza prodotta da retribuire, dovrebbero essere di esclusiva competenza della contrattazione aziendale. Quindi, c’è di più. La stessa Federmeccanica ha dichiarato, avendo ricevuto anche il mandato dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, di puntare ad un’intesa utile a normare i rapporti di lavoro dei metalmeccanici e di stabilire, dentro lo stesso Ccnl metalmeccanico, le relazioni funzionali tra contrattazione nazionale e quella aziendale.
LA POSIZIONE DI STORCHI
Tanto per cominciare, nel rispetto di questa falsariga, Storchi ha accennato a quei 75 euro in più andati in busta paga ai metalmeccanici derivanti dalla differenza dell’andamento dell’inflazione registrata ex post. In avvio di trattativa si mostrano i muscoli e, in questo senso, è legittima anche l’ipotetica restituzione dei 75 euro, richiesta dalla controparte.
COSA DICE LA UIL
E’ bene sottolineare, però, che il segnale intravisto non depone bene, dato che anche il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha colto la volontà di ridurre il potere d’acquisto dei lavoratori. Occorre far da subito chiarezza e chiamare le cose col loro nome. Di fatto, Federmeccanica, più che i soldi indietro, dovuti a quei quattro punti di differenza percentuale tra inflazione attesa e reale, ci ha proposto la questione del salario minimo garantito. Così com’è la situazione nelle realtà del mondo metalmeccanico il modello proposto può destabilizzare l’intero sistema contrattuale, perché gli incrementi salariali proposti sarebbero percepibili solo dagli addetti con minimi contrattuali esistenti.
I DATI DEL COMPARTO
All’interno del nostro settore ci sono quasi due milioni di lavoratori con retribuzioni diverse e l’ipotetico salario minimo andrebbe solo a quelli senza ulteriori emolumenti retributivi. Noi stimiamo che si tratta di un bacino corrispondente al 3% dei metalmeccanici e non si può rinnovare un contratto che darebbe benefici solo a loro. Riguardo, poi, alla volontà di Federmeccanica di arrivare ad un contratto innovativo con il placet di Confindustria, è utile rammentare che la confederazione degli industriali guidata da Squinzi ha provato a realizzare un’intesa con Cgil, Cisl e Uil. I sindacati hanno provato a condizionare Confindustria e alla fine non c’è stata la possibilità di realizzare un’intesa. Lo stesso presidente di Confindustria ha preferito la scorciatoia di far realizzare un accordo contrattuale ai chimici, cioè alla sua categoria, mettendoli in sicurezza. Ora decide di buttare la palla che non ha giocato a livello confederale nel campo dei metalmeccanici.
COSA OCCORRE EVITARE
La peggiore umiliazione che potremmo infliggergli è proprio quella di modificare il sistema contrattuale nei punti dove non è riuscita Confindustria. E’ bene che Federmeccanica non si presti a questo gioco. Ma gli stessi imprenditori metalmeccanici devono sapere che siamo disponibili a fare un contratto innovativo, ma dietro la parola innovazione non dovrà celarsi la deregolamentazione del sistema contrattuale. Il sistema in questione a livello nazionale è stato una delle cose più importanti e più belle che abbiamo avuto, nel senso che ha riguardato tutti i lavoratori e soprattutto ha mantenuto una funzione legislativa. Tuttora i contratti nazionali di lavoro vengono utilizzati dalla magistratura del lavoro come punto di riferimento per regolare gli eventuali contenziosi esistenti tra le parti. Solo per questo devono continuare ad essere tutelati contro ogni forma di deregolamentazione.
GLI SCENARI CONTRATTUALI
Dobbiamo guardarci anche intorno. Prima ho citato il contratto dei chimici. L’intesa raggiunta è stata positiva, proprio perchè ha mantenuto i criteri dei sistemi contrattuali, il primo e il secondo livello, cioè quello nazionale e quello legato agli obiettivi aziendali. E’ possibile che anche gli alimentaristi a breve giungano ad un risultato analogo. Se così sarà anche i metalmeccanici potranno seguire lo stesso percorso. Le nostre richieste salariali sono in linea con quelle delle altre categorie che hanno rinnovato o devono rinnovare i loro contratti.
GLI OBIETTIVI DELLA UILM
Il nostro obiettivo è quello di un contratto che mantenga i due livelli di contrattazione, che stabilisca un salario minimo per tutti i lavoratori, che definisca la possibilità di poter rinnovare i contratti di secondo livello. Questo è il buon contratto. Tra Federmeccanica e noi, rispettando questa logica, esiste al momento una distanza qualitativa, oltre che quantitativa, dovuta al divario delle funzioni che si vorrebbero attribuire ai diversi livelli negoziali. Siamo impegnati prima e dopo la data del prossimo 4 dicembre a ridurre ogni tipo di divario tra le parti e a far caratterizzare il tavolo in Confindustria dalla logica comune del buon contratto. Vanno colmate le distanze con una giusta soddisfazione reciproca. Faremo il possibile per riuscire nell’impresa.
“LA NOSTRA PENSIONE… MEGLIO ESSERE PREVIDENTI!”: A LOVERE CONVEGNO DELLA UILM DI BERGAMO
“La nostra pensione… Meglio essere previdenti!”. È questo il titolo del convegno che la Uilm di Bergamo, l’organizzazione di categoria dei lavoratori metalmeccanici della Uil, organizza per lunedì 19 ottobre, con inizio alle 20, presso la sala “G. Ruffini” presso il Porto turistico di via Del Cantiere a Lovere. Per la Uilm di Bergamo si tratta dell’inizio di un percorso che, nei prossimi mesi, coinvolgerà diverse aree della provincia di Bergamo. La scelta di Lovere intende rimarcare l’importanza della sede di Costa Volpino, aperta recentemente e voluta fortemente dal compianto segretario generale Marco Tullio Cicerone e dalla Uil di Bergamo. Una scelta che ha trovato la Uilm pienamente d’accordo, vista la forte presenza sul territorio della categoria dei metalmeccanici e di altri gruppi sindacali a partire dai pensionati.
L’iniziativa, aperta a tutti, intende approfondire temi cruciali per il futuro pensionistico di ciascuno alla luce delle normative esistenti e delle riforme più volte annunciate e tuttora in fase di studio da parte del Governo. “L’obiettivo – sottolinea il segretario provinciale della Uilm, Angelo Nozza – è quello di offrire una bussola per orientarsi in un arcipelago spesso confuso e, per i profani dell’argomento, non privo di insidie. Come organizzazioni metalmeccaniche da tempo stiamo portando avanti presso i lavoratori la proposta del Fondo integrativo Cometa. La sensibilizzazione riguarda, in particolare, le nuove generazioni, che non di rado considerano la pensione come un tema lontano nel tempo e invece trascurano il fatto che la semina inizia già oggi, anche valutando le diverse opzioni in campo”. Al convegno interverranno Alberto Bonadei, promotore finanziario e manager, Maurizio Agazzi, direttore generale del Fondo Cometa, e Roberto Toigo, della segreteria nazionale della Uilm. I lavori saranno aperti dal segretario Nozza. Modererà il dibattito il giornalista Alessandro Borelli, addetto stampa della Uilm di Bergamo.
IL SEGRETARIO NOZZA A CONFINDUSTRIA: “CONTRATTO PRIORITARIO”
“È giusto auspicare una definizione di regole condivise, ma questo non deve impedire di procedere, in tempi utili, al rinnovo dei contratti, soprattutto per quanto riguarda il comparto dell’industria che resta uno dei pilastri del sistema economico nazionale”. Lo ha detto il segretario generale della Uilm di Bergamo, Angelo Nozza, commentando stasera l’intervento del presidente nazionale di Confindustria, Giorgio Squinzi, che nel pomeriggio, nella ex chiesa di Sant’Agostino ora aula magna dell’Università degli Studi di Bergamo, ha chiuso i lavori della sessione pubblica dell’Assemblea di Confindustria Bergamo. “Rinnovare il contratto – ha aggiunto Nozza – significherebbe dare uno slancio anche psicologico alla ripresa, considerato che ormai i dati confermano in maniera sostanzialmente univoca, come ha ricordato il presidente Ercole Galizzi, che il momento più grave della crisi è alle spalle”. Secondo Nozza, l’impegno, ribadito anche durante il dibattito dell’assise, a “rimettere al centro le persone” passa anche “da un’efficace tutela delle loro prerogative, che la contrattazione nazionale, anche nei momenti più difficili, è riuscita ad assicurare”. Poi, ha sottolineato il segretario della Uilm, “la definizione del perimetro delle regole entro le quali agire è un’esigenza avvertita e condivisa. Anche per questo è sbagliato fare, parlando delle organizzazioni sindacali, di ogni erba un fascio”.
ALBINO, LA OLSA PRONTA A SPOSTARSI NEL MILANESE
Sgomento e sconcerto fra i 37 lavoratori della Olsa di Albino che ieri pomeriggio si sono riuniti in assemblea dopo l’ufficializzazione, avvenuta lunedì, della decisione dell’azienda, leader nella progettazione e costruzione di impianti chimici industriali, di trasferire l’intera attività del sito seriano a Settala, nel Milanese. La voce di un possibile spostamento, in verità, era nell’aria da tempo ma nessuno, tra gli addetti e i sindacati di Uilm Uil e Fim Cisl, si aspettava che la decisione della proprietà cadesse addirittura su una location situata fuori dai confini della provincia. “E’ chiaro – dice Damiano Bettoni, che sta seguendo la delicata vertenza per conto della stessa Uilm di Bergamo – che la prospettiva di essere costretti a fare i pendolari giornalieri su una distanza di circa 140 chilometri non è allettante. L’azienda ci ha comunicato di aver cercato nella zona di Albino un capannone che avesse i requisiti giusti in termini di layout e di prezzo ma, non avendolo trovato, ha deciso di costruirne uno nuovo a Settala. A Milano, del resto, sono già dislocati gli uffici amministrativi”. I dipendenti verrebbero così a trovarsi in una sede più rispondente alle esigenze degli standard aziendali. “Secondo i vertici della Olsa – aggiunge Bettoni – la scelta, dal punto di vista industriale, è strategica e punta allo sviluppo e alla crescita di una realtà imprenditoriale solida ed efficiente, visto che nelle vicinanze si trova un altro stabilimento del gruppo e si potrebbero effettuare sinergie. Noi – conclude il sindacalista – siamo ovviamente rammaricati per questa decisione perché all’orizzonte si profila un ulteriore impoverimento, sotto il profilo imprenditoriale, della Val Seriana. Ora cercheremo di tutelare i lavoratori aprendo un tavolo di trattativa con l’azienda già martedì prossimo”. In caso di esito insoddisfacente, i lavoratori in assemblea si sono riservati di decidere su possibili iniziative di protesta.