Le parti istitutive del Fondo Cometa, Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Federmeccanica, Assistal esprimono preoccupazione per i provvedimenti del Governo in materia di previdenza complementare di secondo pilastro ed in particolare di quella negoziale. In una nota riportata dall’agenzia Ansa, aziende e sindacati metalmeccanici sottolineano in particolare la preoccupazione per gli interventi relativi all’utilizzo del Tfr in busta paga e per l’aumento della tassazione dei rendimenti “che certamente non favoriscono il risparmio previdenziale”. Ma anche il disegno dilegge sulla concorrenza – sostengono – “se non adeguatamentecorretto costituisce un grave vulnus al sistema della previdenza complementare così come fino ad oggi è stata voluta dal legislatore e dalle parti sociali che ne hanno garantito la nascita e lo sviluppo”. “La prevista possibile apertura dei fondi negoziali alla raccolta individuale – si legge nella nota – non genera la crescita dei fondi negoziali ma li svuota del principale elemento distintivo che ha consentito in questi anni di costruire proposte di investimento pensionistico direttamente collegate ai bisogni della categoria. Inoltre, la portabilità del contributo del datore di lavoro ad altre forme previdenziali complementari, lungi dall’essere elemento di vera liberalizzazione, introduce gravi elementi di instabilità nella costruzione di un percorso previdenziale spingendo le forme pensionistiche verso investimenti di breve periodo che mal siconfigurano con il ruolo di investitori istituzionali previdenziali di lungo periodo”. Le parti istitutive del fondo Cometa ”interverranno in tutte le sedi opportune a partire da Governo e Parlamento affinché‚ si modifichino i recenti provvedimenti e si riconsegni l’importanza strategica, riconosciuta in tutti i Paesi, al secondo pilastro previdenziale negoziale”.
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TENARIS DALMINE: MASSICCIA ADESIONE DEI LAVORATORI ALLO SCIOPERO
“Spegniamo un giorno la Dalmine, per non spegnerla per sempre”. E’ questo lo slogan che ha fatto da sfondo alla massiccia mobilitazione dei dipendenti dello stabilimento Tenaris di Dalmine che martedì 10 marzo hanno incrociato le braccia per lo sciopero unitario proclamato da Uil, Cisl e Cgil. Secondo i sindacati, l’adesione ha sfiorato il 100 per cento. Al centro della protesta, i 406 esuberi annunciati dall’azienda a causa delle negative ricadute sulla produzione del brusco calo del prezzo del petrolio: una decisione che preoccupa le Rsu e le organizzazioni di categoria di Uilm, Fim e Fiom visto che, come è stato ricordato in occasione della mobilitazione, “non ci sono all’orizzonte scelte strategiche per il medio e lungo periodo”. “Si è trattato di un passaggio molto importante – ha commentato Emilio Lollio, della Uilm di Bergamo – per tentare di riprendere un dialogo con i vertici di Tenaris. I lavoratori, compatti, hanno dato il loro segnale. Ora occorre sedersi al tavolo e discutere del futuro. Partendo da una premessa fondamentale: gli apprendisti sono un patrimonio dell’azienda che deve essere salvaguardato e tutelato”. La scelta dello sciopero, infatti, era maturata dopo che, di fatto, Tenaris Dalmine aveva già avviato i tagli non rinnovando i contratti di apprendistato in scadenza a fine febbraio. “Crediamo – ha concluso Lollio – che gli ammortizzatori sociali e, soprattutto, i contratti di solidarietà siano lo strumento utile per gestire questa fase difficile”. Lo sciopero è cominciato alle 6 del mattino e si è protratto su tutti i turni fino a notte fonda. Un gruppo di lavoratori ha anche presidiato, per tutta la durata della mobilitazione, i tre ingressi del sito produttivo.
ROCCO PALOMBELLA: “SIAMO INTENZIONATI A RINNOVARE IL CONTRATTO”
“Siamo fortemente intenzionati a rinnovare il contratto nei tempi stabiliti”. Lo ha detto Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, intervenendo il 5 marzo scorso al coordinamento regionale dei metalmeccanici della Uil del Trentino Alto Adige a cui hanno preso parte le realtà sindacali delle province autonome di Trento e Bolzano. “Fare il contratto – ha continuato Palombella – significa preparare la piattaforma rivendicativa prima dell’estate e rinnovarlo entro la fine dell’anno. Riteniamo che questa intenzione non sia solo la nostra, ma anche quella degli altri sindacati metalmeccanici. Dobbiamo, quindi capire se la controparte abbia il medesimo orientamento, perché i segnali che ci sono giunti fino ad oggi da Federmeccanica non volgono in tal senso. Occorre, quindi, capire, approfondire e valutare come muoversi al meglio affinchè i lavoratori ricevano in busta paga i necessari benefici contrattuali. La ricchezza del Paese si incrementa con gli investimenti rivolti soprattutto al settore industriale, ma anche con una sana contrattazione che il sindacato vuole sostenere”.
VERTENZA TENARIS: PROCLAMATO LO SCIOPERO PER IL 10 MARZO
Sciopero degli straordinari e blocco delle flessibilità sia per operai che per impiegati, disdetta degli accordi aziendali del 2014 e sciopero di 8 ore, con presidio alle portinerie dello stabilimento di Dalmine, proclamato per martedì 10 marzo 2015. È questa la risposta immediata dei sindacati di categoria di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil ai 406 esuberi annunciati dalla Tenaris Dalmine la scorsa settimana con riferimento proprio agli assetti occupazionali del sito produttivo dalminese. La decisione unitaria è stata ufficializzata ieri dopo che, come è stato reso noto in un comunicato, “l’azienda ha deciso di applicare una drastica riduzione delle conferme degli apprendisti, i cui contratti sono scaduti a fine febbraio, benché la delegazione sindacale avesse chiesto alla direzione di non procedere unilateralmente e di adottare anche per tali dipendenti il solo criterio della professionalità acquisita in base al proprio piano formativo”.
INTEGRATIVO ALLA LUCCHINI RS: “SÌ” DEI LAVORATORI
I lavoratori della Lucchini Rs di Lovere hanno approvato il contratto integrativo aziendale sottoscritto a inizio febbraio dai sindacati di Uilm Uil, Fim Cisl e da tutte le Rsu (compresa la Fiom; quelle territoriale e regionale non avevano invece firmato). Il responso favorevole è arrivato dal referendum svoltosi tra il 23 e il 25 febbraio: l’intesa regolamenta i rapporti per il triennio 2015-2017. Il contratto vale per tutti i 1.108 dipendenti; hanno partecipato al voto 771 addetti dei 905 presenti in azienda nella media delle tre giornate di votazione. I “sì” sono stati 481, i “no” 287, le schede bianche 2 e una nulla. La Uilm di Bergamo e i delegati Uilm Lucchini Rs sono soddisfatti per la forte affluenza al voto, sintomo del notevole interesse che ripone il contratto integrativo all’interno dell’azienda. C’è la consapevolezza che questo accordo porterà importanti risultati per il prossimo triennio ai lavoratori.
Nonostante il testo unico di rappresentanza sottoscritto da Cgil, CIsl e Uil preveda la semplice firma della Rsu per convalidare l’accordo in quanto rappresentanza dei lavoratori all’interno dell’azienda, si è ritenuto doveroso procedere al referendum dato che alcuni punti dell’intesa non erano presenti nella piattaforma presentata dalla Rsu stessa. Nel rispetto della totalità delle Rsu che hanno sottoscritto il documento e visto l’esito positivo del referendum che ha portato al voto 771 persone su 905 presenti, ci si aspetta ora che la Fiom territoriale e quella regionale (considerata la loro presenza in fase di trattativa) sottoscrivano questo buon accordo.