Sgomento e sconcerto fra i 37 lavoratori della Olsa di Albino che ieri pomeriggio si sono riuniti in assemblea dopo l'ufficializzazione, avvenuta lunedì, della decisione dell'azienda, leader nella progettazione e costruzione di impianti chimici industriali, di trasferire l'intera attività del sito seriano a Settala, nel Milanese. La voce di un possibile spostamento, in verità, era nell'aria da tempo ma nessuno, tra gli addetti e i sindacati di Uilm Uil e Fim Cisl, si aspettava che la decisione della proprietà cadesse addirittura su una location situata fuori dai confini della provincia. "E' chiaro - dice Damiano Bettoni, che sta seguendo la delicata vertenza per conto della stessa Uilm di Bergamo - che la prospettiva di essere costretti a fare i pendolari giornalieri su una distanza di circa 140 chilometri non è allettante. L'azienda ci ha comunicato di aver cercato nella zona di Albino un capannone che avesse i requisiti giusti in termini di layout e di prezzo ma, non avendolo trovato, ha deciso di costruirne uno nuovo a Settala. A Milano, del resto, sono già dislocati gli uffici amministrativi". I dipendenti verrebbero così a trovarsi in una sede più rispondente alle esigenze degli standard aziendali. "Secondo i vertici della Olsa - aggiunge Bettoni - la scelta, dal punto di vista industriale, è strategica e punta allo sviluppo e alla crescita di una realtà imprenditoriale solida ed efficiente, visto che nelle vicinanze si trova un altro stabilimento del gruppo e si potrebbero effettuare sinergie. Noi - conclude il sindacalista - siamo ovviamente rammaricati per questa decisione perché all'orizzonte si profila un ulteriore impoverimento, sotto il profilo imprenditoriale, della Val Seriana. Ora cercheremo di tutelare i lavoratori aprendo un tavolo di trattativa con l'azienda già martedì prossimo". In caso di esito insoddisfacente, i lavoratori in assemblea si sono riservati di decidere su possibili iniziative di protesta.