PREMI DI RISULTATO, LA UILM DI BERGAMO: "URGE DECRETO"
9 maggio 2015
Il presidente di Confindustria Roberto Squinzi ha rilanciato l’idea di contratti aziendali legati alla produttività. Nella nostra provincia esistono molti accordi che definiscono i cosiddetti “premi di risultato”, variabili e legati, appunto, ai risultati produttivi ed economici delle aziende. Fino a tutto il 2014 questi premi, dal punto di vista fiscale, venivano considerati salario di produttività e quindi soggetti a tassazione separata e agevolata al 10%. Tale regola, introdotta qualche anno fa, ha facilitato la diffusione di simili accordi in quanti gli stessi comportavano pure per le imprese vantaggi fiscali e contributivi.
Per il 2015, invece, nel silenzio assoluto, non è ancora stato promulgato il decreto per rendere effettiva la detassazione (definita dalla legge di stabilità del 2012 nella quale sono state destinate le risorse anche per quest’anno). Risultato? A parlare sono i numeri: il lavoratore-tipo con un reddito di 26.500 euro (di cui 3.000 generati dal premio di risultato) nel 2014 ha pagato l'Irpef su 23.500 euro; per i 3.000 residui ha beneficiato di una tassazione del 10% e di un credito d’imposta di circa 640 euro (gli 80 euro al mese del presidente del Consiglio Matteo Renzi). A conti fatti, pertanto, il reddito netto di tale lavoratore è stato di 21.790 euro circa.
L'assenza di decreto per il 2015 comporta invece, da subito, la scomparsa della tassazione agevolata per il salario di produttività. Il lavoratore-tipo, quindi, nelle medesime condizioni - reddito di 26.500 euro (di cui 3.000 pagati con il premio di risultato) - si vedrà tassata l'intera cifra con le aliquote Irpef e, non avendo quote sottoposte a tassazione separata, disporrà di un reddito superiore ai 24mila euro, limite stabilito per poter beneficiare dei famosi 80 euro al mese.
RISULTATO FINALE
Nel 2015, il reddito netto del lavoratore sarà di 20.440 euro circa, con una perdita secca di euro 1350. Non c’è che dire: si parla tanto di salari legati alla produttività, si magnifica la scelta degli 80 euro al mese, ma se alla fine i risultati sono questi (e sono situazioni che riguardano buona parte dei lavoratori) c’è da preoccuparsi!!! Qualcuno non sa fare i conti e parla a vanvera. L’auspicio, è che il Governo si renda conto di questa situazione e promulghi il decreto. C'è ancora tempo, ma non troppo!