RAPPORTO OCSE SUL TERRITORIO: BERGAMO SOLIDA MA LE DEBOLEZZE CI SONO
30 marzo 2015
La provincia di Bergamo che si ingegna per uscire dalla crisi? Fedele alla sua vocazione manifatturiera ma, al tempo stesso, afflitta da elementi strutturali di debolezza che è urgente sanare. È questa la fotografia del territorio orobico scattata dal secondo rapporto dell'Ocse sullo sviluppo in provincia redatto a 14 anni di distanza dal primo è presentato lunedì 30 marzo nella sede della Camera di Commercio in largo Belotti. I numeri, prima di tutto: il comparto della manifattura continua a restare il pilastro del sistema locale. Ad esso fa riferimento, infatti, il 35 per cento del valore aggiunto lordo e il 34 per cento dell'occupazione. Ciò premesso, però, le perplessità di fronte alla situazione attuale rimangono molte. La prima: secondo l'Ocse un punto forte di criticità riguarda la formazione e, in special modo, le competenze generali dei lavoratori adulti. "La tradizionale forza di Bergamo nel manifatturiero - si legge nel rapporto - permetteva transizioni scuola-lavoro relativamente facili. Nel complesso, più della metà dei lavoratori della provincia non ha terminato la scuola superiore. Il risultato è un’ampia percentuale di lavoratori altamente qualificati nei compiti specifici del loro posto di lavoro o della loro azienda ma cui mancano le competenze generali richieste per adattarsi alle moderne tecniche produttive e per implementare pratiche innovative". Che fare, dunque? Il documento dell'Ocse non manca di suggerire orientamenti per il futuro. Dal punto di vista delle azioni concrete sollecita "il sindaco di Bergamo, gli altri sindaci della provincia, i leader del settore privato e delle istituzioni accademiche, oltre alle associazioni di imprenditori, i sindacati e la Camera di Commercio a dare corpo a una visione comune. Questi sforzi - è il monito finale - dovrebbero essere istituzionalizzati, piuttosto che dipendere da meeting ad hoc o relazioni personali".