DOCCIA FREDDA PER I LAVORATORI WITTUR-SEMATIC DI OSIO SOTTO “ENTRO FINE SETTEMBRE IL 70% DELLA PRODUZIONE SPOSTATO IN UNGHERIA”
4 settembre 2020
A rischio circa 250 dipendenti. Presidi e scioperi per chiedere un piano di rilancio
Un fulmine a ciel sereno che ha spiazzato Rsu, sindacati e soprattutto i lavoratori della Wittur-Sematic di Osio Sotto. Nel corso di una riunione per il rinnovo del contratto che si è tenuta giovedì 3 settembre nella sede di Confindustria al Kilometro Rosso, una delegazione dell’azienda ha comunicato la sospensione del 65-70% della produzione entro la fine del mese. Dalla prossima settimana un centinaio di dipendenti (50 del gruppo Wittur e 50 della Sematic) verranno trasferiti a Seriate nel centro Ricerca e Sviluppo dell’azienda, mentre per circa 250 operai si prospettano quattro mesi di cassa integrazione Covid. E poi?
L’intenzione della Wittur, leader mondiale nel settore degli ascensori che ha acquistato la Sematic un paio di anni fa, è quella di spostare la produzione in Ungheria e questo, come spiega Albina Piecj, referente dell’azienda per la Uilm “non per un calo delle consegne ma per una semplice questione di competitività, cosa inaccettabile per i lavoratori dell’azienda di Osio Sotto e per le loro famiglie”.
Non appena appresa la notizia, i dipendenti della Sematic hanno organizzato due giorni di sciopero con presidio davanti alla fabbrica, alla quale hanno partecipato anche il sindaco Corrado Quarti con alcuni assessori. Per cercare di convincere la Wittur a rivedere la sua posizione, si sono mobilitati anche alcuni parlamentari bergamaschi.
“La Sematic è un’azienda storica, presente da quasi cinquant’anni sul territorio di Osio Sotto – spiega Albina Piecj -. La Wittur, dopo solo un anno dall’acquisizione delle quote, ha iniziato a praticare dei tagli dichiarando 60 esuberi e la delocalizzazione di parte della produzione nell’Est Europa. In seguito a scioperi e proteste, la decisione è stata rivista ma evidentemente si è trattato solamente di un rinvio. Ora il destino di 250 lavoratori è incerto, soprattutto una volta terminati gli ammortizzatori sociali. Per questo intendiamo proseguire la mobilitazione coinvolgendo l’intera comunità e chiederemo all’azienda di rivedere la propria posizione e predisporre un piano di rilancio con nuovi investimenti che dia prospettive e continuità a tutti i dipendenti in forza nella sede bergamasca”.
Il Segretario Generale della Uilm Bergamo-Cremona Emilio Lollio, anche lui presente ai presidi all’esterno della Sematic, chiede l’intervento delle Istituzioni: “La decisione di delocalizzare la produzione, comunicata tra l’altro senza preavviso, è un atto ingiusto nei confronti dei dipendenti di un’azienda storica del territorio. Chiediamo alle Istituzioni di intervenire per far sì che ciò non avvenga. Entro la fine dell’anno 200 persone potrebbero ritrovarsi senza un lavoro e, visto i tempi che corrono e la crisi economica dovuta all’emergenza Covid, non sarà facile per loro trovare una nuova occupazione, con conseguenze drammatiche per questi lavoratori e per le loro famiglie”.